C’ERA UNA VOLTA…
PUNTOSICURO – 26 gennaio 2024
“C’era una volta” è una rubrica nella quale verranno inserite pubblicazioni ed altri materiali che arrivano dal passato e nei quali sono presenti aspetti legati alla sicurezza sul lavoro e sicurezza degli ambienti di vita.
Pubblicata per la prima volta sul “Giornale dei Coordinatori AiFOS” del febbraio 2022, la rubrica prevede la presentazione alcuni stralci di pubblicazioni (libri, manuali, testi vari) ed altri materiali che in passato hanno affrontato la tematica della sicurezza sul lavoro e sicurezza degli ambienti di vita.
In questo primo numero proponiamo il capitolo XII dal titolo “Accidenti e misure di sicurezza” presente all’interno del libro “Arte Mineraria – Volume Secondo”(1) Autore Luigi Gerbella, 1948 Terza edizione (completamente rifatta), Editore Ulrico Hoepli – Milano.
La scelta è ricaduta su questo volume perché è interessante vedere come, già nella prima parte del secolo scorso, alcuni dei concetti e degli aspetti sui quali dibattiamo quotidianamente, erano già affrontati in maniera sistematica ed “attuale”.
Anche se i riferimenti sono legati alla Coltivazione di Cave e Miniere, molti sono i punti che possono essere considerati di interesse anche negli altri ambiti lavorativi e di cantiere.
436 Generalità – Ogni sforzo deve essere diretto, dai dirigenti dei lavoriin una miniera, per prevenire, nei limiti del possibile, gl’incidenti, agendo essenzialmente in quattro direzioni:
- Studiare continuamente il giacimento e le rocce incassanti, modificando col tempo, se necessario, radicalmente o nel dettaglio, il metodo di coltivazione adottato, i lavori preparatori ad esso connessi, ed adeguando in ogni caso i mezzi di difesa alle necessità.
- Dotare i mezzi meccanici, di trasporto e di lavoro, di idonei dispositivi di sicurezza, e pretendere che siano sempre mantenuti in efficienza.
- Scegliere operai idonei alle varie operazioni in miniera e sviluppare in essi, specialmente nei sorveglianti, con conferenze, con premi, ecc., il senso di responsabilità e di prevenzione, combattendo in ogni modo gli atti imprudenti, la confidenza eccessiva col pericolo, atti che possono originare infortuni spesso gravi per chi li compie e per i compagni di lavoro.
- Pretendere che siano rigorosamente osservate le norme precauzionali, ritenute indispensabili, e siano adoperati gli apparecchi ed i dispositivi di protezione individuali.
In quanto all’impiego di mezzi meccanici in miniera, è indubbio che essi servano a diminuire il numero degl’infortuni.
La trazione meccanica, il comando degli scambi a distanza, i teleruttori, i dispositivi automatici di carico, i canali ed i nastri trasportatori, le tagliatrici, gli impianti completamente automatici di estrazione con skips, la ripiena pneumatica, gl’impianti automatici di carico e scarico nelle gabbie, le· segnalazioni elettriche, l’accensione elettrica delle mine, ecc. ecc., sono altrettante tappe del progresso nell’industria mineraria. Tali mezzi si concretano spesso in una convenienza economica e sempre avvantaggiano il lavoro umano, rendendolo meno faticoso e più sicuro. Nello studiare il problema della meccanizzazione delle miniere, la questione della sicurezza deve essere anteposta al fattore economico.
Se ai mezzi meccanici sopra ricordati si aggiunge un’ottima illuminazione, una sapiente ventilazione, un servizio perfetto di eduzione, si può avere un quadro completo di quelle che sono le moderne miniere, non certo più pericolose e più disagiate di tante altre industrie, e molto diverse da come le immaginano molti di coloro che non le hanno mai viste.
Tra i fattori d’infortunio vanno tenute presenti e studiate le influenze che possono esercitare le sospensioni domenicali dei lavori, le nuove assunzioni di operai, le differenze stagionali di clima; nel senso che il freddo eccessivo, nelle miniere in montagna, può diminuire la libertà o capacità di movimenti, mentre un caldo anormale può togliere quasi completamente le forze.
In questa breve analisi del paragrafo 436 – Generalità, mi andrò a soffermare in particolare e molto brevemente su quanto scritto al punto 3. Se andassimo ad attualizzarlo (forse un po’ forzatamente, ma non troppo) troveremmo alcuni concetti particolarmente interessanti:
- Sorveglianti, ovvero l’attuale figura di preposto,
- Conferenze, ovvero la formazione dei lavoratori e specialmente dei preposti,
- Premi, ovvero il riconoscimento di quanto positivamente fatto in materia di sicurezza.
Che dire? Le dissertazioni odierne erano già state affrontate tanto tempo fa.
Da sottolineare anche l’evidenza data ai fattori climatici (tema che sembra aver raggiunto la notorietà sono negli ultimi anni) dove troviamo indicata la necessità di studiare le influenze dovute alle differenze stagionali di clima.
Un secondo passaggio di questo capitolo è legato all’utilizzo dei DPI, ma di questo parleremo in uno dei futuri numeri della rubrica.
Guardando la copertina del manuale, il lettore più attento avrà visto che l’ultimo capitolo è poi dedicato a “fattori Economici e Organizzazione. Concetto quest’ultimo di particolare interesse ed attualità, nel quale troviamo informazioni relative al “Diagramma di Gant”, all’Organizzazione dei servizi interni ed esterni ed all’organizzazione scientifica del lavoro, ma anche di questo magari avremo modo di parlarne in futuro.
A cura Geom. Stefano Farina, Consigliere Nazionale AiFOS
Fonte: www.sicurezza-ceraunavolta.it
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“C’era una volta” è un’idea nata dalla lettura di libri e pubblicazioni degli anni trenta, quaranta, cinquanta e sessanta del secolo scorso e che trattano anche di sicurezza sul lavoro o sicurezza degli ambienti di vita.
Gli articoli di “C’era una volta” verranno pubblicati su PUNTOSICURO.it, sul “Giornale dei Coordinatori” di AiFOS ed all’interno delle pagine del sito “Il Mondo di SICURELLO.si”