CANTIERE DONNA: Rosanna Cipolla

L’intervento di Rosanna Cipolla sul Giornale dei Coordinatori AiFOS.

 

Cosa vuol dire essere coordinatrice della sicurezza come donna…

Una Coordinatrice per la Sicurezza Cantieri ci parla della sua esperienza e di come la percezione del suo ruolo sta cambiando.

di Rosanna Cipolla

Quando mi è stato chiesto di scrivere una riflessione su questo argomento, ho pensato…Ah però ancora dobbiamo distinguere una tipologia di lavoro che può essere fatta da entrambe i sessi…

Ma poi riflettendo sull’argomento in base alla mia personale esperienza, posso dire che oggi il lavoro che svolgo, ancora è circondato da una prevalenza tradizionalmente maschile che opera nel settore delle costruzioni Cosa è cambiato rispetto a qualche anno fa?
Lavorando prevalentemente al nord Italia, ho constatato che la maggior parte degli operai era del sud (non faccio discriminazioni…sono anche io del sud) e spesso mi sono scontrata con una mentalità prevalentemente maschilista. Per alcuni uomini con esperienza nel settore è difficile ascoltare quello che dice una donna magari “giovane” che possa dire come fare il loro lavoro. Spesso si confondeva il consiglio su come fare un lavoro in sicurezza rispetto a come farlo secondo la regola dell’arte.

A volte non veniva capito che non si dubitava della professionalità della persona, ma si cercava solo di aggiungere alla sua esperienza anche
un’indicazione sullo svolgimento del compito con la massima tutela del lavoratore.

Purtroppo inizialmente mi sono accorta che la sicurezza era vista come un qualcosa che rallenta il lavoro. È come dire a chi ha la patente da anni come deve guidare, insomma si faceva fatica a farsi ascoltare se la situazione non era particolarmente pericolosa.

Un altro aspetto è la presenza sempre più frequente di operai stranieri che per cultura e spesso per la loro etnia non accettano che la donna possa svolgere un lavoro in ambito maschile. Ed è allora che ti accorgi che la figura femminile viene subita in maniera negativa ed hai la sensazione che quello che dici fa perdere tempo e ne farebbero volentieri a meno.

Come dire è uno scontro generazionale e culturale. Sembra una banalità, ma diversa è la situazione quando i tuoi interlocutori sono più giovani probabilmente perché sono cresciuti professionalmente anche con la cultura della sicurezza su cui si sta investendo molto ed è allora che hai la sensazione di parlare la stessa lingua.

Sicuramente è cambiato molto rispetto a qualche anno fa, lo dimostra il fatto che spesso il committente, sia pubblico che privato, ti affida
l’incarico per la tua esperienza, per il tuo curriculum, e non perché sei uomo o donna.

Solo oggi posso dire che, indubbiamente come qualsiasi altro lavoro, quello che conta è la competenza e la professionalità della persona che
deve farsi conoscere per il suo modo di operare che a volte può anche non piacere alle maestranze, ma è proprio questo che crea fiducia con
la committenza.

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